Piano di Protezione Civile

Uno studio sul Metodo di Valutazione Multirischio

Uno studio sul Metodo di Valutazione Multirischio

La valutazione preliminare del rischio è importante quanto far fronte all’emergenza, se non di più.

Quante volte ci è capitato di guardare un telegiornale o ascoltare una notizia e pensare “poteva essere evitato” oppure “ci si muove sempre solo quando succede una disgrazia”.

Non tutto può essere evitato, questo è certo, ma se nel caso di un ponte che crolla avrebbero potuto essere fatti dei lavori preventivi, in quello di una catastrofe naturale si sarebbero potute organizzare meglio le attività di soccorso. 

Nonostante la consapevolezza che possano esserci dei rischi, a causa della complessità di una valutazione preventiva, spesso ci si limita a rafforzare le misure di sicurezza già esistenti, senza considerare chi e perché sia più esposto a determinati rischi.

Ed è qui che entra in gioco la valutazione del rischio o MRAM (Multi-Risk Assessment Method), un’attività di previsione che in pochi svolgono e che è oggetto della ricerca A General Multi-Risk Assessment Method for Natural Disasters and CBRNe Attacks a cura di Marco Carbonelli e Laura Gratta, pubblicata dall’International Information and Engineering Technology Association (IIETA).

Fulcro di questa ricerca, iniziata nel 2012, è proprio implementare un metodo di valutazione del rischio da applicare dalla Protezione Civile per proteggere le infrastrutture critiche. La pubblicazione illustra l’approccio completo atto a stimare sia l’impatto che il rischio in modo qualitativo, semi-quantitativo e quantitativo per eventi catastrofici o calamitosi.

TEGIS e i suoi predecessori sono considerati, all’interno dell’articolo, come esempio di software volti all’attuazione dell’analisi Multirischio e ne viene mostrata una semplice applicazione sul Comune di Barletta.

La prima applicazione di questo metodo è stata proposta diversi anni fa con il Self Safety Planner – SSP –, un sistema di supporto per la classificazione e valutazione del rischio territoriale, dopodiché l’idea si è evoluta ed è stata migliorata con il tempo, passando da GPEC, fino ad arrivare all’attuale TEGIS.

Questi strumenti mirano a facilitare la cooperazione di tutte le figure coinvolte nella gestione del rischio e supportano i Comuni e gli organismi di Protezione Civile nei processi di valutazione del rischio, attraverso la predisposizione e diffusione dei Piani di Protezione Civile.

La speranza è che, attraverso una maggiore consapevolezza e anche grazie al supporto della tecnologia, si tenga sempre più in conto l’importanza di una valutazione preliminare dei rischi, cosicché, anche nel caso di eventi inevitabili, non si pensi “poteva essere evitato”, ma “è stato fatto tutto il possibile”.

Francesco Maria Ermani

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